Benessere

Animali domestici e famiglie: un legame scientificamente fondamentale

La mia compagna di avventure, il mio animale domestico

Nel corso degli ultimi decenni, numerosi studi hanno evidenziato come la presenza degli animali domestici nelle famiglie abbia un impatto positivo sul benessere psicofisico, soprattutto nei nuclei con bambini. Secondo l’American Academy of Child & Adolescent Psychiatry, crescere con un animale domestico migliora l’autostima, riduce l’ansia e favorisce lo sviluppo dell’empatia nei più piccoli.

Le famiglie con animali dimostrano spesso una maggiore coesione e collaborazione. Il rapporto uomo-animale stimola infatti nei bambini il senso di responsabilità e la capacità di prendersi cura di un altro essere vivente. Uno studio condotto dall’Università di Cambridge ha rivelato che i bambini tendono ad affidarsi emotivamente più agli animali domestici che ai fratelli, proprio per la loro capacità di ascolto incondizionato.

Non è solo questione di affetto: i benefici si estendono anche alla salute fisica. La presenza di un cane, ad esempio, incrementa l’attività motoria nei bambini che escono per la passeggiata quotidiana, riducendo il rischio di obesità infantile.

Negli ultimi anni, il ruolo degli animali nella società è stato ufficialmente riconosciuto anche dalle istituzioni. Dal 2023, grazie a una proposta di legge avanzata dal Parlamento Europeo e recepita anche in Italia, gli animali domestici possono viaggiare in cabina sugli aerei, a condizione che rispettino determinati requisiti di peso e comportamento. Questa normativa è stata sostenuta da numerose associazioni animaliste e ha rappresentato un importante passo avanti nel riconoscimento del ruolo affettivo degli animali nella vita delle persone.

Purtroppo, accanto a questi progressi, esistono ancora episodi di discriminazione e ignoranza, soprattutto nei confronti dei cani guida per non vedenti. Non sono rari i casi di rifiuto da parte di tassisti o esercizi commerciali, nonostante la legge italiana (L. 37/1974 e successive integrazioni) sancisca l’obbligo di accoglienza dei cani guida ovunque. Una realtà che denuncia una lacuna culturale ancora da colmare.

 

Come ben spiegato in questo Reel, che condivido con estremo piacere!

Sono nata in una casa dove gli animali sono sempre stati parte della famiglia. Gatti, cani, canarini e pappagallini: non ricordo un solo giorno senza il suono o la presenza di uno di loro. Vengo dall’Umbria, terra di San Francesco, e forse per questo ogni volta che qualcuno entrava in casa nostra e diceva “sembra il convento di San Francesco!”, non mi offendevo. Anzi, lo prendevo come il più bello dei complimenti.

Gli animali mi hanno insegnato il rispetto e la cura. Da piccola, avevo il compito di pulire la sabbietta del gatto e portare il cane a spasso. Niente scuse, nessun capriccio: si trattava di vivere insieme, non di “possedere” un animale. Quelle responsabilità hanno formato la donna che sono oggi. Oggi, a 44 anni, vivo ancora con due cagnoline e una gatta. Non mi hanno mai abbandonato, nemmeno nei momenti più difficili.

Le cose nel frattempo sono cambiate. Oggi, i cani sono accolti nella maggior parte delle strutture, e spesso viaggiano con noi. Proprio di recente, è stata approvata una normativa europea che permette ai cani di viaggiare sugli aerei in cabina. Un cambiamento epocale, se si pensa a quanto profondo sia il legame tra uomo e animale.

Ma non è tutto rose e fiori. Ci sono ancora persone che si rifiutano di accettare l’evidenza. Mi spezza il cuore sapere che persone non vedenti vengano respinte da un taxi solo perché accompagnate dal loro cane guida. Come si fa a spiegare a certi ignoranti che quel cane è i loro occhi?

Le mie “principesse con la coda” sono più che animali: sono parte della mia vita, sono famiglia. Intuiscono quando sto male, mi leccano il viso prima ancora che una lacrima scenda, mi accompagnano nei momenti felici e in quelli di lavoro: mentre scrivo questo articolo, la mia gattina è sdraiata sul tavolo e le mie cagnoline sono al mio fianco.

So che i tempi sono difficili. Le famiglie oggi affrontano più spese e più impegni. Ma se posso dare un consiglio: affiancate i vostri figli a un cane o a un gatto, non per capriccio, non come un giocattolo, ma come compagno di crescita. Cresceranno con più empatia, meno dipendenza dagli schermi, e con il desiderio di una passeggiata in più.

Io con loro vado ovunque: al mare, in montagna, anche a fare la spesa. Ricordo ancora il mio veterinario, che mi disse una frase che non dimenticherò mai:
“Non sei tu che devi cambiare vita per lei, è lei che si adatterà alla tua.”
Aveva ragione. L’ho capito il giorno in cui ho salvato la mia prima cagnolina, trovata in un sacco dell’umido. L’ho curata come fosse un neonato. Dopo anni di dolore, lei ha riportato la luce nella mia vita. Poi ne è arrivata un’altra, un’altra trovatella. Perché sì, io preferisco adottare.
Forse questo racconto esula un po’ dai temi del nostro blog, ma spero possa servire a chi si chiede:
“Avere un cane mi limiterà la vita?”
La mia risposta è un convinto, profondo, affettuoso: NO.

 

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